Ho sempre amato le maschere.
Le ho sempre ritenute più di semplici accessori di carnevale, sono simboli complessi che attraversano la storia dell’umanità in molteplici forme, sia fisiche che astratte.
Si manifestano come oggetti materiali che indossiamo per coprire il volto o come rappresentazioni simboliche dei ruoli che interpretiamo nella società. Ed io ho sempre amato anche quelle simboliche.
Nella storia, le maschere hanno giocato un ruolo significativo in molte culture e civiltà. Dalle maschere cerimoniali delle antiche civiltà mesoamericane alle maschere teatrali dell’antica Grecia, questi oggetti hanno avuto un impatto sia ritualistico che artistico sulla società.
Senza contare il fatto che le maschere veneziane sono bellissime e consentivano ai partecipanti del carnevale di Venezia di nascondere la propria identità sociale e godersi momenti di libertà e divertimento senza restrizioni.
In psicologia, le maschere assumono un significato ancora più profondo. Carl Jung, uno dei pionieri della psicologia analitica, ha introdotto il concetto di “persona”, la maschera sociale che indossiamo per adattarci alle aspettative della società. Questa rappresentazione esterna può divergere notevolmente dalla nostra vera natura interiore.
Ma ciò che ci rende più autentici: indossare una maschera o rimuoverla?
È un dilemma complesso. Indossare una maschera può fornire un senso di sicurezza e protezione, permettendoci di navigare le complessità delle interazioni sociali. Tuttavia, può anche limitare la nostra capacità di essere veramente noi stessi, nascondendo i nostri veri pensieri e sentimenti dietro una facciata.
L’anonimato offre un’opportunità per liberarci dalle catene delle nostre maschere sociali.
Ed è questo il motivo che mi ha indotto a scegliere l’anonimato, per sentirmi libera di esprimere i miei pensieri e sentimenti senza il timore del giudizio sociale, o delle persone che mi conoscono. Credo che questa libertà possa dare spazio a una maggiore autenticità.
Ma come vediamo noi stessi e come gli altri ci vedono?
Spesso, ci vediamo attraverso una lente distorta, influenzata dalle nostre insicurezze e dalle aspettative esterne. Allo stesso modo, gli altri ci vedono attraverso il filtro delle loro esperienze e preconcetti. Le maschere che indossiamo possono contribuire a questa distorsione, offuscando la nostra vera essenza e creando una barriera tra noi e il mondo.
Personalmente ho sempre indossato maschere di forza, di sicurezza in me stessa, di determinazione, di felicità, ed ho sempre fatto in modo di aiutare il prossimo come meglio potevo.
Spesso però mi sento intrappolata in quelle maschere perchè impediscono ad amici e parenti di vedermi anche come una persona sensibile, insicura e che ogni tanto ha bisogno di essere aiutata.
Spesso mostrare questi lati fa perdere la stima che gli altri hanno di te, li fa allontanare, e per questo motivo che scelgo accuratamente le persone con cui rimuovere questa maschera, e anche i momenti giusti per farlo.
Quindi, come possiamo scegliere le nostre maschere con saggezza? È importante essere consapevoli delle maschere che indossiamo e delle ragioni dietro di esse. Scegliere le maschere giuste può essere un atto di autenticità, consentendoci di comunicare chi siamo veramente al mondo esterno.
Rimuovere la maschera è un atto di grande coraggio e vulnerabilità che mette a nudo la nostra vera essenza di fronte al mondo.
Esponiamo noi stessi alle possibilità di giudizio e disapprovazione, accettando il rischio di essere respinti o feriti. Tuttavia, è solo attraverso questa vulnerabilità che possiamo sperare di connetterci autenticamente con gli altri e con noi stessi.
È il momento in cui ci permettiamo di essere veri, autentici e vulnerabili che troviamo la vera forza e il vero significato nella nostra umanità.
Ecco un’idea per un’esercizio di consapevolezza sui social media:
Challenge della Maschera e della Vulnerabilità:
1. Fase 1: Indossa una Maschera. Scatta una foto di te stesso indossando una maschera, che sia fisica, immaginaria, truccata, un filtro. Questa maschera può rappresentare un ruolo che interpreti nella tua vita quotidiana o una parte di te che solitamente nascondi al mondo esterno.
2. Fase 2: Mostra la Tua Autenticità. Scatta un’altra foto di te stesso senza maschere, mostrando la tua vulnerabilità e autenticità. Puoi scegliere di essere solo o circondato dalle persone che ami, in un ambiente che ti fa sentire al sicuro e libero di essere te stesso.
3. Fase 3: Condividi e Rifletti. Pubblica entrambe le foto sui tuoi social media preferiti, accompagnate da una breve didascalia che descriva come ti sei sentito durante l’esercizio. Rifletti sulla tua esperienza e condividi i tuoi pensieri, emozioni e osservazioni con la tua cerchia sociale. Se vuoi usa l’hashtag #truemask o #maskdown.
Questo esercizio ti permetterà di esplorare il contrasto tra l’essere dietro una maschera e il mostrare la tua autenticità senza filtri.
Sarà anche un’opportunità per riflettere su come ci si sente quando si abbandonano le maschere sociali e ci si mostra veramente al mondo.
Io personalmente ho fatto un esperimento per prima:
Con una maschera ben definita, mi sono sentita subito immersa nel ruolo che avevo. Sapevo come comportarmi e anche come far venire bene la foto.
Senza maschera, senza interpretare ruoli, semplicemente stando lì davanti, ho faticato ad accettare quello che vedevo. Ho fatto fatica a rimanere ferma, senza fare niente di speciale, nessuna posa, nessun gioco.
Questo è stato il risultato:
E tu?
Puoi chiederti, come ti senti quando sei vulnerabile e autentico con gli altri? Credi che la vulnerabilità possa rafforzare i legami interpersonali?
Hai mai riflettuto sulla tua percezione di te stesso rispetto a come gli altri ti vedono? Ci sono discrepanze tra le due?
Scrivilo nei commenti,anche in forma anonima.
Buona esplorazione e ricorda che la tua vulnerabilità è anche la tua forza!
E Felice Carnevale!
Miss Adore