C’è così tanto nella vita di una persona.
Perché desideriamo ciò che desideriamo, e perché sentiamo sempre il bisogno di giustificare con noi stessi ciò che desideriamo?
Ho avuto la possibilità nella vita di conoscere qualcosa riguardo alla PNL e su come raggiungere i nostri obiettivi, su come impostare i nostri obiettivi e su come determinare quando raggiungere un obiettivo.
Una cosa che la PNL non spiega, però, è perché desideriamo ciò che desideriamo, perché abbiamo certi atteggiamenti piuttosto che altri, perché, fin dall’infanzia, siamo più propensi a un comportamento piuttosto che a un altro.
Probabilmente ci sono tonnellate di studi sull’argomento, ma una spiegazione che la mia intuizione (e solo la mia intuizione) sente giusta è quella data da Abraham Hicks.
Il desiderio nasce dal contrasto, e il contrasto proviene dall’universo per la nostra crescita personale e l’espansione spirituale.
Il soddisfacimento di quel desiderio avviene solo quando sei allineato con il tuo io interiore, e senti quell’espansione spirituale, tutti gli altri modi non saranno soddisfacenti.
Ecco perché la maggior parte dei desideri è così difficile da realizzare, e anche perché desideriamo sempre qualcosa che è così difficile da raggiungere.
Abraham parla molto di desideri, ma quando le persone fanno domande sono principalmente preoccupate dall’esito, e non così tanto da come godersi il viaggio.
Tutti i desideri del mondo sembrano abbastanza comuni.
Quando chiediamo di esprimere un desiderio, ed è l’esito che crediamo ci renderà felici, quando in realtà il soddisfacimento di un desiderio può essere pericoloso se non ci allineiamo corpo e anima ad esso.
Pensando a “Voglio diventare una superstar” Immagino Britney Spears che aveva il talento, la capacità, il momento per raggiungere quel obiettivo, sostenitori, soldi e fama, ma non aveva un vero supporto familiare e leggi per proteggerla, che rendeva ovvio che non fosse felice. (E sì, ha anche attirato alcune cose con le sue canzoni, ma è un’altra cosa).
Non so se qualcuno di voi ha mai visto “Forrest Gump”, che è il mio film preferito al mondo.
C’è una parte del film in cui Jenny, l’amica per sempre di Forrest, dice: “Voglio essere una cantante folk e vivere di questo!”.
L’Universo è piuttosto letterale a volte, ti prende sul serio, e anche se è solo un film, è più o meno così che succede nella vita reale.
Dopo tanto tempo che non si vedevano, Forrest finalmente ha l’occasione di visitarla, ed è così felice per Jenny che finalmente aveva realizzato il suo desiderio. Stava cantando una canzone folk su un palco e guadagnandoci, senza rendersi conto che era nuda, e davvero infelice.
L’Universo fornirà sempre, e si assicurerà sempre che il tuo desiderio si avveri, ma come ottenere soddisfazione da quei desideri dipende solo da noi, e da quanto ci allineiamo al processo, non all’obiettivo.
Un cantante che non ama esibirsi ogni giorno, non può essere felice e appagato dal momento in cui ha avuto successo con esso.
Un atleta che vince una medaglia olimpica, non può essere orgoglioso di ciò che ha ottenuto se ha preso droghe, o se è stato semplicemente super facile per lui.
Sto pensando, ad esempio, a Ian Thorpe, famoso sfortunatamente per aver fatto allenamenti mentre era in uno stato suicida, mentre era sbronzo e per aver comunque raggiunto tutti gli obiettivi di nuoto con facilità.
La maggior parte delle persone felici nella vita, ha una competenza di base in comune.
Trasformano il loro desiderio in obiettivi realizzabili, si allineano consapevolmente o inconsapevolmente con esso, con il processo. Superano il contrasto, gli ostacoli, il dolore e le convinzioni limitanti per allinearsi al processo, non all’obiettivo.
E lì se la godono.
È un po’ ironico che io scriva questo proprio oggi, perché anche io ho difficoltà a seguire questo percorso.
Nella mia vita ho avuto un solo vero desiderio: essere accettata per chi sono, rimanendo libera.
Abbastanza divertente, la vita mi ha dato una situazione poco stabile fin dall’infanzia, responsabilità non richieste, regole non scritte e questioni di codependenza instabili con i partner.
Ironico, vero?
Ma è sempre rassicurante per me ricordarmi cosa farebbe Abraham Hicks se fosse nei miei panni fisici.
So cosa mi direbbe. Mi direbbe di respirare. Mi direbbe di godermi il mio respiro. Inoltre, mi direbbe di godermi ciò che faccio, di concentrarmi su ciò che mi fa sentire bene in ogni momento. E solo quando provo così tanta gioia che il mio corpo non può più contenerla, trasformare quel desiderio in un obiettivo e essere specifica riguardo ai miei desideri.
Perché alla fine, le cose stanno sempre funzionando per me e per tutti noi, dobbiamo solo imparare a convivere meglio con il caos e accettare ciò che non possiamo controllare.
Mi piace semplicemente ascoltare questo, specialmente quando dimentico il potenziale di benessere che tutti abbiamo. ❤
Miss Adore
In un certo senso sto attraversando una fase simile: mi suggeriscono di fare una determinata cosa, pur sapendo che non sono bravo a farla e che non m’interessa nemmeno riuscirci.
Non so se davvero ti obbligano a fare quella cosa, magari per lavoro, ma se non si trova un allineamento con parte dei tuoi desideri più profondi è difficile che ti porti a qualcosa di buono.
Tuttavia si può provare a trovare un allineamento con altri desideri, e questo può darti la forza di fare quella cosa anche se non ti interessa in maniera diretta.
Immagina qualcuno che per lavoro per esempio fa il programmatore. Ha scelto questo impiego sia perché gli riesce bene sia perché non ama lavorare a contatto con le persone in maniera diretta. Si vede però costretto un giorno dalla sua azienda a presentare il suo lavoro in pubblico, a parlare davanti a una grande quantità di persone. Probabilmente lo farà controvoglia e male se si concentra sul fatto che non lo vuole fare. Ma se si concentra su altri desideri che ha, per esempio di guadagnare di più o di far conoscere il suo lavoro, magari quella cosa che non gli riesce bene potrebbe avere una certa importanza , e il percorso potrebbe piacergli.
Più che altro è un obbligo morale.
Il desiderio secondario sarebbe una buona motivazione, se non fossi del tutto sprovvisto di capacità per raggiungere l’obiettivo iniziale.
Gli obblighi morali… Quelli dettati dalla società? Io ne sono scappata a gambe levate 😅